Un luogo di Berlino relativamente poco turistico ma molto interessante in particolare per gli appassionati di storia e di fotografia d’architettura.
L’aeroporto internazionale di Berlino-Tempelhof (in tedesco: Zentralflughafen Berlin-Tempelhof) è stato costruito durante il regime nazional-socialista, tra il 1936 e il 1941, da Ernst Sagebiel, un architetto caro a Hitler, Tempelhof rispetta pienamente lo stile architettonico rigoroso e monumentale di quell’epoca, con tanto di aquile all’ingresso e una terrazza progettata per ospitare fino a un 100 mila persone in occasione di parate militari e dimostrazioni dell’aviazione. Tempelhof fu progettato con l’intento di farne il più grande terminal del mondo e proprio a tal fine gli edifici del 1923 furono abbattuti e sostituiti con un enorme blocco monolitico, realizzato con il lavoro forzato.
Il vecchio terminal, originariamente costruito nel 1927, ospitò politici e celebrità da tutto il mondo durante gli anni trenta. Come parte del progetto di Albert Speer per la ricostruzione di Berlino durante il periodo nazista, all’architetto Ernst Sagebiel venne ordinato di sostituire il vecchio terminal con uno nuovo nel 1934. I lavori di questa nuova costruzione in granito iniziarono nel 1936 e vennero completati nel 1941. Il complesso di sale dell’aeroporto e gli edifici vicini, concepiti per essere il punto di accesso all’Europa, erano noti per le loro dimensioni (l’aeroporto fu definito come il terzo più grande edificio al mondo dopo il Pentagono di Washington e il Palazzo del Parlamento di Bucarest) e sono stati descritti dall’architetto britannico Norman Foster come “la madre di tutti gli aeroporti”.
Il ponte aereo per Berlino, che durò dal 26 giugno 1948 al 12 maggio 1949, rese l’aeroporto famoso in tutto il mondo.
Nel giugno del 1948 l’Unione Sovietica cercò di assumere il controllo su tutta la città di Berlino tagliando i collegamenti stradali e ferroviari alla parte occidentale della città. Se l’azione avesse avuto successo, due milioni di persone sarebbero state ridotte alla fame. Ma la reazione dell’amministrazione Truman all’assedio fu immediata: un ponte aereo giornaliero da parte degli Alleati garantì i rifornimenti necessari a tutta la cittadinanza. Oltre 5000 tonnellate di approvvigionamenti atterrarono quotidianamente in città. Il ponte aereo proseguì fino a settembre 1949, quando il governo sovietico rinunciò all’assedio. Ai bambini che si affollavano nei pressi delle piste, così si racconta, i piloti lanciavano caramelle e uvetta, tanto che i bombardieri furono soprannominati “Rosinenbomber”. L’iniziativa colpì l’opinione pubblica e le offerte di dolci si moltiplicarono. Ancora oggi i bambini berlinesi amano ascoltare la storia dei bombardieri di uvetta e dei piloti del cioccolato.
L’uso commerciale dell’aeroporto cessò nel 2008. L’edificio storico viene ora utilizzato per visite ed eventi mentre le piste fanno parte di uno dei più grandi parchi della città.